News Edizione 2012
Sabato 30 Giugno 2012
Positano 2012
La parola che cambia il mondo
con
FRANCESCO GUCCINI
DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE (Mondadori)
Sabato 30 Giugno 2012, Palazzo Murat - Positano, ore 21,30
La rassegna
letteraria , quest’anno dedicata al tema
«Vent’anni
dopo! La forza delle parole», celebra il ventennale con una voce tra le
più originali della
scena letteraria italiana contemporanea.
A tagliare il nastro della XX edizione, sabato 30
giugno, alle ore 21,30, a Positano nel patio di Palazzo Murat, il cantautore Francesco
Guccini, autore del “Dizionario delle cose perdute” edito
da Mondadori.
Con un poco di nostalgia, ma soprattutto con la poesia e
l'ironia della sua prosa, Francesco
Guccini, al fianco dell’editor Giulia Ichino, poserà il suo sguardo sornione su
oggetti, situazioni, emozioni di un passato che è di ciascuno di noi, ma che
rischia di andare perduto, sepolto nella soffitta del tempo insieme al telefono
di bachelite e alla pompetta del Flit. Alla
serata interverrà Riccardo Cavallero,
Direttore Generale Libri Trade del Gruppo Mondadori.
“Comunque siamo sopravvissuti a tutto,
arrivati fin qui in discreta salute. Abbiamo perfino ballato, all’inizio,
all’inizio degli anni Settanta, lo shake, ultima cosa di moda. –racconta Guccini –Una sola cosa mi chiedo. Quando arrivò il rock and roll, lo si ballava
per ore, rockeggiando e rollando, senza fare una piega. Cosa è successo nel
frattempo?”.
Una volta, per scrivere, non c'erano sms o e-mail, ma si doveva dichiarare
guerra ai pennini e uscire da scuola imbrattati d'inchiostro da capo a piedi.
Una volta, si poteva andare dal tabacchino, comprare una sigaretta - una sola -
e fumarsela dove meglio pareva: non c'erano divieti, e i non fumatori erano una
gran brutta razza. Una volta, i bambini non cambiavano guardaroba a ogni
stagione, andavano in giro con le braghe corte anche d'inverno e - per assurdo
contrappasso - col costume di lana d'estate. Una volta, la Playstation non
c'era, si giocava tutto il giorno per strada e forse ci si divertiva anche di
più. Una volta, c'era la banana: non il frutto amato dai bambini, bensì
l'acconciatura arrotolata che proprio i bimbi subivano e detestavano ma che
veniva considerata imprescindibile dai loro genitori. I quali, per bere un buon
espresso, dovevano entrare al bar e chiedere un "caffè caffè",
altrimenti si sarebbero trovati a sorbire un caffè d'orzo.
L’autore si addentrerà in un viaggio nella vita di ieri che
si legge come un romanzo: per scoprire che l'archeologia "vicina" di
noi stessi ci commuove, ci diverte, parla di come siamo diventati.